Discussione:
potenziometria
(troppo vecchio per rispondere)
Chubby
2004-06-27 16:08:09 UTC
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Vi prego è urgente :(((
Potreste spiegarmi in soldoni qual'è la differenza fra potenziometria
Voltammetria e polarografia?
Mi pare di aver capito che potenziometria e voltammetria sono la stessa cosa
( applico un a d.d.p variabile all'elettrodo di lavoro ed al counter e
misuro la corrente) ma la polarografia???
HELP PLEASE
Soviet_Mario
2004-06-27 17:09:27 UTC
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Post by Chubby
Vi prego è urgente :(((
Potreste spiegarmi in soldoni qual'è la differenza fra potenziometria
Voltammetria e polarografia?
Mi pare di aver capito che potenziometria e voltammetria sono la stessa cosa
( applico un a d.d.p variabile all'elettrodo di lavoro ed al counter e
misuro la corrente) ma la polarografia???
HELP PLEASE
purtroppo, devo citare a memoria e sono quattro anni che non
faccio più analitica elettrochimica in programma, per cui ho
tantissima ruggine.
Cmq, le tecniche potenziometriche si basano sulla scansione
delle curve corrente potenziale, trovando il punto di
equivalenza della titolazione al flesso ascendente della curva
suddetta (hanno anche valore diagnostico qualitativo per
identificare sostanze elettroattive i cui potenziali redox siano
noti e sufficientemente differenti).
Le misure di corrente non hanno altro uso, in potenziometria,
che determinare il flesso del grafico (cui corrisponde la E
caratteristica), sono quindi valori anche relativi di intensità
di corrente, e non correlati in maniera diretta o utile con la
concentrazione della sostanza attiva.
Anzi, preferibilmente queste correnti sono molto piccole (più
piccole sono, più il valore letto di E si approssima a quello
teorico Nernstiano del resto)

Nelle tecniche voltammetriche, in primis la Polarografia, la
corrente che attraversa la cella è la grandezza analitica
primaria correlata direttamente alla conducibilità e quindi la
concentrazione dello ione redox attivo (con varie equazioni a
seconda della geometria e dinamica interna del sistema, tipo
agitato o meno etc etc, e di che rampe di potenziale si
programmano). Qui il potenziale, che pure deve essere regolato,
serve sostanzialmente per rendere selettiva la reazione dei
diversi ioni e compensare i fenomeni di polarizzazione tramite
variazioni programmate nel tempo (rampe di potenziale, etc etc).
Non si tratta quindi, diversamente dal primo caso, di una
Titolazione vera e propria, quanto piuttosto di una misura di
conducibilità (seppure a circuito chiuso .... le vere misure di
conduttanza, ma prive della selettività sui singoli ioni della
polarografia, si fanno in corrente alternata di alta frequenza,
e non si possono assimilare a tecniche elettrochimiche in senso
stretto in quanto la cella è percorsa da sole correnti
capacitive e non avviene scarica di ioni né loro migrazione netta)


Con un misuratore di corrente variabile (integratore,
elettronico) e noto il campione si può poi scegliere uan terza
via, la titolazione Coulombometrica vera e propria, laddove
impostato il potenziale adeguato, si somministra corrente sin
quando la corrente stessa non cessa (finiti gli ioni che
scaricavano al dato potenziale, o, in uno strumento a corrente
costante, sin quando il potenziale richiesto per mantenere la
corrente s'impenna per passare al successivo). Integrando
S[i(t)]dt = Q si ha la concentrazione di analita.

Spero di non aver fatto confusione, temo di si, qua e là ma
ripeto, prendi la risposta per quel che è, non ho tempo di
andare a rivedere niente sui libri
ciao
CCCP++Mario
Cornelius
2004-06-27 22:29:31 UTC
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...[CUT]
Mi dispiace dissentire Soviet_Mario ma credo ci sia una imprecisione.
Le tecniche potenziometriche , come dice la parola, permettono di
determinare concentrazioni di analiti in soluzione mediante misure di
potenziale:semplice cella composta da due semielementi, uno dei quali sarà
di riferimento (calomelano, Ag/AgCL etc) mentre l'altro avrà un potenziale
che sarà funzione della conc. in esame(in "soldoni" applichi Nernst).
La Voltammetria o la polarografia (la quale non è altro che è una tecnica
voltammetrica) permettono invece , tramite misure di corrente, di indagare
conc. di ioni incognite: applichi ad un elettrodo di lavoro un potenziale
variabile ( linearmente, triangolarmente etc. dipende) rispetto ancora ad un
elettrodo di riferimento (calom. etc.) ed immergendoli nella soluzione da
analizzare, misuri la corrente in risposta ; quando raggiungi il potenziale
ossidoriduttivo di una particolare specie vedrai il segnale dovuto alla
diffusione degli ioni, la cui intensità sarà direttamente proporzionale alla
concentrazione...tutto ciò detto molto semplicemente.
Un saluto
Cornelius
2004-06-27 22:32:08 UTC
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"Cornelius" <***@nelius.it> ha scritto nel messaggio news:fTHDc.22906$***@twister1.libero.it...


Devo scusarmi assolutamente con Soviet_Mario: Ti aveva risposto più che
correttamente...sono io che avevo letto con superficialità la sua più che
completa risposta...
ancora scusa
un saluto
Soviet_Mario
2004-06-28 01:57:01 UTC
Permalink
Post by Cornelius
Devo scusarmi assolutamente con Soviet_Mario: Ti aveva risposto più che
correttamente...sono io che avevo letto con superficialità la sua più che
completa risposta...
ancora scusa
un saluto
uhm, ripensandoci (forzatamente, eh eh he, cmq grazie del
controllo) alcune cagate le ho sparate, altrochè, mescolate a
cose corrette.
ad esempio, dove dici :

CUT
Post by Cornelius
Le tecniche potenziometriche , come dice la parola, permettono >di
determinare concentrazioni di analiti in soluzione mediante
misure di
qui hai ragione tu, sono stato impreciso e in parte fuorviante.
Da come ho scritto pareva che nella potenziometria si dovesse
applicare una tensione invece che leggerla soltanto.
Era invece corretto che ne viene fuori il grafico sigmoide solo
che non è potenziale vs corrente, ma potenziale vs titolante
aggiunto (la corrente elettronica la somministra il titolante in
soluzione, non l'elettrodo). Questo grafico, come dici, altro
non è che la rappresentazione grafica della Nernst (curva
logaritmica di un rapporto)
Post by Cornelius
semplice cella composta da due semielementi, uno dei >quali sarà
di riferimento (calomelano, Ag/AgCL etc) mentre l'altro avrà
un >potenziale
Post by Cornelius
che sarà funzione della conc. in esame(in "soldoni" applichi
Nernst).
i giochi, in effetti, li fa il titolante aggiunto : è lui a far
variare il potenziale.
La confusione (mia) è venuta dal voler citare in poche righe nel
discorso il fatto che lo strumento di lettura del potenziale di
per sé stesso debba essere non interferente con la cella, e
quindi operare a circuito aperto e corrente nulla. Ma
chimicamente la redox avviene, in soluzione, e gli elettroni
vengono scambiati a quel livello. Non si ha pressoché scarica di
ioni solo se si considera la situazione all'elettrodo inerte di
lettura, non in senso assoluto.
Post by Cornelius
La Voltammetria o la polarografia (la quale non è altro che è una tecnica
voltammetrica)
CUT (da qui in poi abbiamo detto le stesse cosa)
Post by Cornelius
Un saluto
ciao
CCCP++Mario
VITRIOL
2004-06-28 18:38:01 UTC
Permalink
Post by Cornelius
La Voltammetria o la polarografia (la quale non è altro che è una tecnica
voltammetrica)
Entrambe le tecniche si basano sulla scansione intensità/potenziale. In
genere si definisce Polarografia la tecnica che utilizza elettrodi a
mercurio con goccia cadente, mentre si chiama Voltammetria se prevede
l'uso di elettrodi solidi o a goccia fissa.
Una tecnica veramente interessante e molto sensibile è la "adsorptive
stripping voltammetry" (AdSV).

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